Che cos’è la Medicina Narrativa?

Che cos’è la Medicina Narrativa?

Cos’è la Medicina Narrativa? La dott.ssa Maria Luisa Barbarulo intervista la dott.ssa Raffaella Pajalich, endocrinologa, psicoterapeuta e membro del consiglio direttivo della Società di Medicina Narrativa su canale Youtube “Vediamoci Chiara”. Buona visione!

La medicina narrativa è in realtà un nuovo e antico paradigma di relazione medico paziente che mette proprio al centro di quella che è la relazione terapeutica il paziente.

Perché questo è stato necessario ridefinirlo – e poi vedremo anche la vera definizione?

Perché purtroppo o per fortuna negli anni che ci hanno preceduto, in modo particolare nella seconda metà del secolo scorso fino ad oggi, noi abbiamo avuto un’esplosione enorme di quelle che sono state le competenze tecnologiche che tanta parte hanno avuto anche nel miglioramento della salute pubblica e nel loro allungamento della vita media delle persone.

Quindi non è assolutamente un disconoscimento delle grandi competenze diciamo così tecniche che noi abbiamo avuto però totalmente la ricezione di queste competenze tecniche hanno fatto sì che i medici, gli infermieri e chiunque interagisca con il paziente abbia privilegiato, anche da un punto di vista didattico dell’università, quelle che sono appunto le competenze tecniche scientifiche e in questo modo si è un pochino persa quella che è la relazione chiamiamola “umanistica”, la comunicazione tra medico e paziente.

Ecco finalmente c’è stata una consensus conference nel 2014 che ha ridefinito esattamente quella che oggi noi consideriamo Medicina Nattariva e che ho il piacere di leggere perché voglio essere precisa.

“Si intende oggi con il termine Medicina Narrativa una metodologia di intervento clinico assistenziale basata su una specifica competenza comunicativa, cioè il focus della questione è la competenza comunicativa, che purtroppo è stata veramente sottovalutata, ignorata in quella che è la formazione universitaria per esempio nella didattica medici, degli infermieri nello specifico questa consensus conference istituita all’Istituto Superiore di Sanità ci dice che la narrazione è lo strumento fondamentale per acquisire, comprendere e integrare i diversi punti di vista di quanti intervengono nella malattia e nel processo di cura.

Perché è così importante?

Perché per una volta la nostra bella lingua italiana ha un solo termine per definire la malattia ed è appunto “malattia“. In realtà gli anglosassoni, secondo la definizione di un antropologo che si chiama Kleinmann, hanno già da molto tempo identificato più sfaccettature della malattia cioè sicuramente un disease che definisce quello che noi studiamo all’università cioè tutta quella che è la classificazione delle malattie, tutte quelle che sono le caratteristiche tecniche cioè quelle che sono fatte dal piccolo particolare della persona (se la persona ha la tosse noi designavano che è la tosse, la febbre) la cosiddetta evidence based medicine cioè la medicina basata su sintomi diversi che ripeto è utilissima però c’è una parte della malattia, c’è il vissuto del paziente.

È un ritornare al particolare cioè cosa significa per quello specifico paziente in quel momento della sua vita quella malattia.

Segui l’intervista per continuare ad approfondire.

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