La Sora Lella con gli occhi a mandorla

La Sora Lella con gli occhi a mandorla

La Sora Lella con gli occhi a mandorla: altre piccole storie di pazienti. Ho molti pazienti di origine straniera, alcuni sono arrivati qui anni fa per lavorare, altri sono nati in Italia, vengono dalla Cina, dall’India, dal Nord Africa, dall’Europa dell’Est.

Alcuni parlano a stento l’italiano, cosa che non facilita la nostra visita, altri parlano romano de’ Roma ma vestono ancora nel modo tradizionale del loro paese d’origine, penso a una ragazza cinese sempre elegantissima nel suo abito con allacciatura al lato del collo e con un accento romano degno della Sora Lella.

Penso a un signore indiano che tornerà in visita oggi, vestito con la classica casacca lunga sul pantalone largo, la barba lunga e una vaga somiglianza con Osho, che non parla affatto italiano e viene sempre accompagnato dal figlio e che, prima di andare via, si tocca la fronte sfiorandola con le dita e poi mi prende entrambe le mani tra le sue e fa il gesto di baciarle in segno di ringraziamento, per un attimo mi sembra di essere dentro Passaggio in India di Forster.

Io lavoro a Centocelle da tanti anni, quasi venti, ho visto questo quartiere cambiare, le persone che erano venute a Roma negli anni 60 dalla campagna invecchiare, gli stranieri dei quali vi parlavo arrivare e iniziare a lavorare, ho visto problemi di convivenza (perché l’integrazione è difficile a partire dalla barriera linguistica e parlare senza vivere il territorio è invece molto facile) essere spesso risolti grazie alla buona volontà dei diretti interessati, senza alcuna mediazione culturale.

Vicino alla clinica, per esempio, c’è un negozio di frutta e verdura gestito da un ragazzo dello Sri Lanka, ha merce ottima e ha fatto amicizia con i vecchietti del quartiere che lo chiamano al telefono, ordinano a domicilio perché spesso non possono uscire di casa e lui di corsa gli consegna la spesa, lasciando incustodito il negozio.

Conosce le persone, sa della loro salute, sa cosa preferiscono e cosa mangiano.

I clienti hanno imparato e se non lo trovano, aspettano pazientemente che arrivi, me compresa, perché sanno che sta svolgendo un lavoro utile. Ormai mi conosce e quando mi vede da lontano mi saluta “Dottoressaaaaaaa cosa prendere oggiiiiiiii??” con un gran sorriso sul viso, poi ride ancora perché sa che gli chiedo sempre lo sconto in una schermaglia che è diventata uno scherzo.

Morale della storia: sogno per questa città una persona che vada nelle periferie, che abbia voglia di conoscere la Sora Lella con gli occhi a mandorla, di conoscere Osho diabetico che lavora nel nostro paese e ha un cuore grande, o un sorridente ragazzo che ha fatto amicizia con i vecchietti della strada e magari conosca anche i vecchietti della strada, che insomma riparta dalle persone, se non è troppo faticoso per i nostri politici arrivare a 100celle.

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