Una famiglia imperfetta: riflessione estiva su normalità e imperfezione

Una famiglia imperfetta: riflessione estiva su normalità e imperfezione

Una famiglia imperfetta: riflessione estiva su normalità e imperfezione. Nel tavolo vicino al mio, mentre aspetto l’aperitivo, noto una famiglia.

Una coppia di giovani genitori e due bambine, avranno cinque o sei anni, una delle quali è Down.

Sorride continuamente e gioca con la mamma, si accarezzano e si abbracciano con dolcezza infinita.

Sapere di medicina comporta che si pensi alle patologie in modo diverso dagli altri: il mio primo pensiero è cosa un singolo cromosoma in più possa fare al corpo umano, come la perfezione che tutti noi siamo sia delicata, improbabile e fortuita in molti casi, penso che la mamma è molto giovane e che quindi la presenza di quel terzo cromosoma sia stata del tutto imprevedibile, casuale, che forse per ragioni d’età la mamma non abbia fatto l’amniocentesi.

Tutti noi ci auguriamo un figlio sano e libero, come si diceva nella mia famiglia, e è mia profonda convinzione che si abbia diritto a cercarlo, lo credo da sempre e non cambierò mai idea su un principio che ritengo di civiltà.

Eppure oggi questa bambina gioiosa, questa madre amorosa, questa famiglia felice che prende un aperitivo al bar mi stanno commuovendo profondamente e mi domando chi di noi possa dire cosa sia la normalità nella nostra vita, cosa l’amore, la felicità e il futuro di una persona geneticamente imperfetta.

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