Leggere il libro scritto nel corpo. La sostanza della medicina narrativa è che le persone sono libri e dobbiamo imparare a leggerle: alcune sono facili e scorrevoli, altre sono ostiche e costano fatica ma alla fine arricchiscono molto, altre trasmettono cose che non sanno di avere, altre sono coperte di polvere da soffiare via per fare entrare la luce, altre ancora sono favole per bambini o drammi alla Dostoevskij – vi assicuro che non sono immagini ideali ma ho in mente persone in carne e ossa – infine nella malattia tutte sono testi di medicina da studiare.
Come i libri possono essere letti in vario modo, che attiene alla personalità del medico o alle esigenze del paziente, per esempio oggi ho visitato una signora terrorizzata dalla presenza di molti noduli nella sua tiroide, era quasi dissociata dalla paura.
Allora ho iniziato a leggere da lì, dall’ecografia, dal rassicurarla su quelle immagini prima ancora di prendere i dati anagrafici, un po’ come leggere un testo dalla postfazione.
Come accade per i libri, la seconda lettura consente di cogliere meglio stile e dettagli, perciò alla seconda visita saprò molto di più di quella persona, della trama della sua malattia, della sua idea di cura, e quella lettura avrà cambiato anche la mia vita di lettrice.
La medicina narrativa è anche questo, arrivare a leggere il libro che ognuno di noi scrive nel corpo durante tutta la vita, note a margine comprese.